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L’ultimo caso è quello che ha coinvolto Esselunga. La procura di Milano ha sequestrato quasi 48 milioni di euro al colosso dei supermercati nell’ambito di una inchiesta per presunta somministrazione illecita di manodopera e frode fiscale. Esselunga è accusata di aver sfruttato per anni un certo numero di dipendenti, facendoli lavorare per sé attraverso cooperative che offrivano manodopera al ribasso grazie a una serie di illeciti (Il Post).
In particolare, per il gip il compenso da 5,3 euro l’ora dato ai vigilantes era sotto soglia della povertà e incapace di garantire il parametro costituzionale di “una esistenza libera e dignitosa” (Corriere). Una catena di gestione del lavoro che evapora tra i rivoli di appalti e subappalti, tra cooperative più o meno vere, come era emerso già in passato anche nei casi delle società della logistica Brt, Geodis (Il Sole 24 Ore) e Dhl (Il Giorno).
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Esselunga, presunti illeciti dal 2016 al 2022 |
E pure nelle piattaforme del food delivery (Manifesto). Lo sfruttamento dei lavoratori è talmente diffuso in Italia che persino i gruppi pubblici stranieri non si fanno scrupoli a ricorrervi – ha scritto Francesco Riccardi su Avvenire.
Trovano evidentemente normale che il management italiano da loro “controllato” utilizzi false cooperative per frodare il fisco e risparmiare sui costi di gestione, faccia nascere e morire queste coop nel giro di un paio d’anni così da eludere le verifiche, sfrutti i lavoratori, nasconda gli infortuni sul lavoro. Per tutto questo si può parlare di un criminale sistema di caporalato. Non una novità in Italia, dove dall’agricoltura alle tipografie fino ai rider, non si contano i casi denunciati. Con l’arricchimento, in alcuni casi, anche della criminalità organizzata (Altreconomia). → Leggi di più |
Milano, in crescita costante gli e-commerce di prodotti alimentari |
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Alternative
Ma se le coop da un lato vengono usate come strumento di sfruttamento del lavoro e frode fiscale in un sistema in cui vige negli appalti la regola del massimo ribasso (Bologna Today), dall’altro sono le stesse coop che possono diventare un volano per il giusto trattamento dei lavoratori e per stipendi dignitosi.
Il modello di impresa cooperativa, anche attraverso piattaforma, può infatti contrastare la polverizzazione del lavoro e dare un nuovo senso alle persone (Change Makers).
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Le coop contano oggi 52mila dipendenti |
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È il caso ad esempio di Robin Food, la cooperativa di rider, equa e sostenibile, nata a Firenze, che si pone come una vera e propria alternativa ai colossi del food delivery. O come Food4me, costituita a Verona per realizzare un mercato parallelo a quello delle grandi piattaforme (Il Sole 24 Ore).
I rider propongono ai ristoranti commissioni più basse e alternative vantaggiose rispetto a quelle dei grandi colossi del settore. I dipendenti possiedono un contratto di lavoro subordinato, con pagamento orario e tutte le garanzie del caso. Inoltre vengono tenuti corsi di formazione sul codice stradale e le norme igieniche alimentari (Pressenza). Le alternative alla grande distribuzione digitale nascono con l’obiettivo di promuovere garanzie contrattuali, il rispetto per l’ambiente e dare vita a una filiera alimentare più sostenibile (Il Fatto Quotidiano).
→ Leggi di più |
Clonare Uber
Da un lato le promesse della sharing e gig economy si sono trasformate spesso in realtà fatte di condizioni di lavoro precarie e prive di tutele. Dall’altro le cooperative di piattaforma offrono quindi un modello diverso, con gli introiti divisi tra i lavoratori iscritti che decidono anche la governance della società.
Tra blockchain e finanziamenti pubblici, nel mondo sono presenti oltre 500 di queste cooperative (Domani). Contro il sistema della platform economy, che ha raggiunto un valore di 40,2 miliardi di dollari nel 2022 (Il Sole 24 Ore), si sta diffondendo il “platform cooperativism”, neologismo introdotto nel 2014 da Trebor Scholz, proprio come contro-narrazione alla degenerazione dell’idea originaria della sharing economy.
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Nasce con lo slogan “cloniamo il cuore di Uber e Airbnb e creiamo una cooperativa”. oggi una piattaforma cooperativa è “un’impresa cooperativa, caratterizzata dalla proprietà condivisa e dalla governance democratica, in cui l’uso delle tecnologie digitali supporta il consumo, lo scambio fra pari e la produzione di beni e servizi all’interno di una comunità, massimizzando la generazione e la distribuzione del valore in una comunità” – osserva Francesca Martinelli, direttrice del Centro Studi Fondazione Doc (Pandora Rivista).
E la pandemia – come sostiene Scholz, che sarà ospite di Fondazione Feltrinelli il prossimo 14 luglio – ha moltiplicato queste realtà. Come Smart.coop in Belgio, Bobooki a Berlino o Consegne etiche a Bologna.
“Penso che il cooperativismo di piattaforma, potrebbe essere qualcosa di interessante anche per l’Unione Europea, che non vuole allinearsi con la Silicon Valley, il che è fantastico, e non vuole nemmeno allinearsi con le piattaforme cinesi, il che è comunque fantastico”, ha detto (Pandora Rivista). → Leggi di più |
Non solo rider
Ma non ci sono solo i fattorini, il food delivery e le consegne a domicilio sulle piattaforme, ricorda Ivana Pais. Fuori dai riflettori, si sono diffuse piattaforme che intermediano ogni tipo di servizio, coinvolgendo lavoratori che operano nei settori più vari.
La ricerca WePlat, Welfare systems in the age of platforms, sta studiando una parte di questo universo: i servizi alla persona mediati attraverso piattaforma digitale nei settori della salute fisica e mentale, dell’assistenza sociosanitaria e dell’educazione e cura dell’infanzia. I professionisti coinvolti sono medici, psicologi e psicoterapeuti, educatori, badanti, baby-sitter ecc.
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Da Serenis a UnoBravo, oltre 500.000 le richieste di assistenza psicologica online |
Ci sono le piattaforme di welfare aziendale, le piattaforme di welfare territoriale e le piattaforme di welfare digitale che offrono ai cittadini un servizio on-demand, spesso erogato direttamente online.
Durante la ricerca, sono state mappate 127 piattaforme che presentano alcuni tratti peculiari: fondate in larga maggioranza in Italia (solo 11 piattaforme hanno casa madre all’estero), raramente occupano posizioni di monopolio o oligopolio, e spesso intermediano il lavoro di operatori tramite contratti di lavoro regolare. Insomma caratteristiche ben lontane dai più noti colossi della platform economy (Fondazione Feltrinelli).
Anche il progetto CEPASSOC, coordinato da Claire Marzo, ha ampliato i confini di questo campo, studiando a lungo le piattaforme di lavoro domestico. Quest'ultime combinano problematiche tradizionali, come le difficoltà date dall’isolamento dentro le mura domestiche, alle nuove fragilità prodotte dall’intermediazione digitale. L’abbiamo intervistata per chiederle come le piattaforme stiano cambiando il mondo del lavoro e quali strumenti possono essere messi in campo per tutelare i diritti.
→ Guarda il video |
Claire Marzo, Université Paris-Est Créteil |
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T'immagini se
BLF Billboard Liberation Front è stata un'organizzazione clandestina con sede a San Francisco nata nel 1977. È una delle esperienze storiche di attivismo artistico che ha sovvertito la narrazione dominante di aziende, marketing e istituzioni, alterando i cartelloni pubblicitari per divulgare messaggi radicali spesso in senso anti corporativo e militante.
Con collage, performance pubbliche, dipinti, disegni e installazioni, Marinella Senatore coinvolge nelle sue azioni artistiche comunità intorno a questioni sociali e urbane che riguardano l'emancipazione, l'eguaglianza e i diritti dei lavoratori.
Nel video: Gelati, Skiantos |
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Prossimamente in Fondazione |
14 luglio ore 18.30 Per il ciclo: Nella rete del capitalismo. Il lato oscuro del digitale Prossimo appuntamento:
Lavoro, assalto alle piattaforme Lecture di Trebor Scholz, Platform Cooperative Consortium Viale Pasubio 5, Milano
Ingresso gratuito, prenotazione consigliata su dice.fm |
Alla luce di un’economia del futuro che rischia di moltiplicare condizioni lavorative poco dignitose, il ciclo nella rete del capitalismo si interroga sui margini di azione che abbiamo per non restare intrappolati nelle maglie di questo nuovo capitalismo digitale.
In quattro tappe, tramite voci di esperti e autori, indagheremo quali possibilità di collaborazione esistono al di fuori delle dinamiche di sfruttamento del lavoro; la necessità di difendere i diritti su internet; il ruolo del digitale nella transizione ecologica; l’opportunità di governare le big tech e le posizioni di monopolio che hanno conquistato sul mercato.
Nel secondo incontro Lavoro, assalto alle piattaforme in Viale Pasubio 5 a Milano il 14 luglio alle 18.30, una Lecture di Trebor Scholz, Platform Cooperative Consortium. Discussant: Francesca Martinelli, Direttrice di Fondazione Centro Studi Doc e Luca Stanzione, Segretario generale Camera del Lavoro di Milano. Modera Giada Ferraglioni.
→ Scopri di più
→ Prenota il tuo posto |
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eBook L'ultimo miglio. Lavoro di piattaforma e conflitti urbani a cura di Maurilio Pirone
Con un click sullo smartphone oggi prenotiamo la cena, un taxi o una camera d’albergo. A permettercelo è la piattaforma: un modello d’impresa che impiega le tecnologie digitali e consente un coordinamento tra domanda e offerta, produzione e circolazione, tanto costante e pervasivo da soddisfare la fantasia capitalista per eccellenza: l’immediatezza del consumo.
Le piattaforme hanno cambiato il volto delle nostre città e le forme del lavoro. I rider – i fattorini del food delivery – sono diventati emblema della nuova gestione algoritmica del lavoro. Hanno fatto irruzione nella scena pubblica non solo per i loro borsoni colorati con cui sfrecciano da un capo all’altro delle nostre città, ma anche per la portata delle loro proteste che sono diventate, almeno in parte, il megafono delle rivendicazioni di una generazione precaria.
→ Leggi la scheda del libro |
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Direttore Massimiliano Tarantino Responsabile della ricerca Francesco Grandi
Supervisione editoriale Caterina Croce T'immagini se a cura di Manuela Barone Supervisione tecnica Andrea Montervino
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FONDAZIONE GIANGIACOMO FELTRINELLI VIALE PASUBIO, 5 20154 MILANO C.F.: 86041090152 - TEL +39-02 4958341
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