La nostra città futura
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Fuori città
Domenica scorsa si è chiusa la 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano – la prima di nuovo completamente in presenza dopo tre anni e due mesi di pandemia. Un successo anche superiore alle attese: con 262mila visitatori provenienti da 173 Paesi diversi (Il Sole24 ore). Secondo i dati di Confcommercio la ricaduta sulla città è stimata in 247 milioni di indotto (Giornale dell’Architettura). Un segnale promettente purché il vuoto lasciato dalle installazioni diventi un pieno di progetto per la città tutta.
L’immagine che Milano vorrebbe dare di sé è quella di una metropoli globale che cresce attraendo risorse: una crescita trainata dagli investimenti esteri nell’immobiliare, scrive Stefano Lucarelli, che spingono in alto i prezzi delle case e i canoni di locazione. Secondo rilevazioni Tecnocasa, osserva Marco Peverini, a Milano i costi per accedere a un’abitazione sono cresciuti del 39% in soli cinque anni: il costo della casa mette in crisi le economie domestiche dei ceti medio-bassi, tanto che un nucleo familiare che conta su due stipendi di circa 1.600 euro al mese riesce a malapena a far fronte alle spese di base (Fondazione Feltrinelli).
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Corre l'inflazione: +6,9% su base annua, non accadeva dal 1986 (Il Sole 24 Ore)
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Milano tuttavia non è l’unica città italiana a fronteggiare il problema della casa: a Roma si contano 57.000 nuclei familiari che soffrono di emergenza abitativa, 4.500 esecuzioni di sfratto all’anno, 13.500 persone che vivono all’interno dei 70 immobili occupati a scopo abitativo, 1.600 che persone vivono nei centri di alloggio temporaneo, 13.000 nuclei familiari che sono in graduatoria per l’accesso a una casa popolare. Lo scorso anno ne sono state assegnate circa 50: per smaltire i numeri di oggi servirebbero 260 anni.
In questo contesto, qualcuno tenta soluzioni alternative. I movimenti per il diritto all’abitare occupano immobili e danno una casa a chi non se la può permettere: è il caso dell’occupazione di Viale Delle Province, ex sede Inpdai, poi abbandonata, che ospita dal 2012 circa 150 famiglie, per un totale di 500 persone, di cui 100 minori.
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Videoinchiesta a cura di Daniele Napolitano | Diritto all'abitare: il caso dell’occupazione di Viale Delle Province a Roma
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Ordine pubblico, spazi privati
Ma il problema dello spazio urbano non è solo legato al diritto all’abitare. È anche quello di uno spazio pubblico ormai privatizzato e ricondotto alle logiche del consumo, dove i giovani che vogliano ascoltare musica diventano immediatamente un caso di ordine pubblico, come racconta Roberto Cornelli. Ma anche il problema di chi vorrebbe esercitare il diritto di sostare, di riposare, di andare in bagno, di scambiare quattro chiacchiere con i colleghi dei rider che attraversano i centri urbani.
“L’algoritmo sul quale si basano le piattaforme sta incessantemente ridisegnando la geografia urbana attraverso nuovi percorsi ‘più efficienti’”, si legge nell’inchiesta realizzata da Laura Carrer, ma “sono percorsi scollati dalla città ‘reale’, nei confronti dei quali ogni giorno i lavoratori oppongono una resistenza silenziosa, fatta di soste nei parchi e nelle aiuole pubbliche di quartieri diventati ristoranti a cielo aperto”.
Se qualcuno in città nota gruppetti e assembramenti di biciclette sembra farlo più per motivi di decoro urbano, che per solidarizzare con lavoratori e lavoratrici sulle cui spalle, dentro ai borsoni, portano molte delle criticità del mercato del lavoro odierno. Perché, come scrive Alessandro Balducci, oggi fatichiamo a vedere fenomeni che stanno cambiando la città anche se sono vicini: “oggi prossimità e distanza sono ridefinite attraverso la digitalizzazione e sembra che questa nostra ‘realtà aumentata’ abbia diminuito la nostra capacità di vedere ciò che è fisicamente prossimo e quindi di reagire per contrastare fenomeni di ingiustizia”.
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Seoul pronta a diventare prima città del metaverso (Il Sole 24 Ore)
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Chance di cambiamento
Le nostre città e dunque le nostre comunità sono investite da cambiamenti epocali che per certi versi intuiamo, ma che in larga parte non siamo in grado di capire e fronteggiare.
I processi di digitalizzazione, la finanziarizzazione dell’economia globale, il cambiamento climatico sono fenomeni di enorme portata e di natura apparentemente immateriale che pure mostrano i loro effetti molto visibili e concreti sul tessuto urbano e sociale: città algoritmo, dove molte delle relazioni sono mediate dalla tecnologia; città di pochi, emblema di un’economia da fondata su rendite di posizione che alimentano disuguaglianze, come osserva Sarah Gainsforth; città cemento, specchio del degrado ambientale e di stili di vita non più sostenibili. Città acciaio, come nel caso di Taranto, alla ricerca di un futuro oltre l’Ilva.
Come ha dichiarato Carlo Feltrinelli in apertura di Broken Cities “le questioni sono urgenti, ma il margine di intervento e le chance di cambiamento sono ampi”. Serve armarsi di ambizione, determinazione e coraggio per tentare quello che Yascha Mounk, che questa sera chiuderà le giornate di Broken Cities, chiama nel suo ultimo libro “il grande esperimento”: una nuova convivenza nella quale i diversi gruppi riescano a vedersi come amici e non come nemici, come concittadini e non come estranei.
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Broken Cities 2022
Città algoritmo. L’assalto alle relazioni. Come risocializzare le città?
Sabato 18 giugno – dalle 18.30
Viale Pasubio 5, Milano Ingresso gratuito su prenotazione
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Inchiesta
Città di piattaforme, con la voce di Laura Carrer, IrpiMedia
Keynote Lecture
Helge Mooshammer, Vienna University of Technology and Goldsmiths College, University of London In dialogo con Raffaele Laudani, Assessore Urbanistica ed edilizia privata, Comune di Bologna (in collegamento) Laya Pavone, Board Innovazione e trasformazione digitale, Comune di Milano Niccolò Cuppini, Into the Black Box Modera Ferdinando Cotugno, Domani Editoriale
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Closing Lecture: La città futura. Un grande esperimento di democrazia? ore 20.00
Keynote Lecture
Yascha Mounk, Senior Fellow, Johns Hopkins University In dialogo con Oren Yiftachel, Professore, Ben Gurion University Emily Marion Clancy, Vicesindaca di Bologna Modera Ferdinando Cotugno, Domani Editoriale
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Consigli di lettura
Su questi temi, proponiamo l'eBook
L'Ultima Milano. Cronache ai margini di una città
Di Jacopo Lareno Faccini e Alice Ranzini
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Prima che la crisi del Covid-19 proiettasse la città in una dimensione piena di incognite, Milano correva: incremento demografico, attrazione di capitali stranieri, boom immobiliare, riqualificazione diffusa, esposizione mediatica senza precedenti.
Sullo sfondo dell’inarrestabile corsa, gli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico, la pervasività del precariato lavorativo, l’esplosione dei costi abitativi, la crescita di una popolazione di invisibili e non rappresentati, il fermento delle periferie.
Questo libro è un viaggio che racconta Milano oltre le retoriche: casa, scuola, accoglienza sono tre itinerari per coglierne l’impronta e le ambivalenze.
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Direttore
Massimiliano Tarantino Segretario Generale
Cosimo Palazzo
Responsabile della ricerca Francesco Grandi
Supervisione editoriale
Caterina Croce La rubrica T’immagini se è a cura di Manuela Barone Supervisione tecnica Andrea Montervino Coordinamento giornalistico Good Morning Italia
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